VINCENZO CATANZARO

Vincenzo Catanzaro è stato un attore di teatro e di cinema, regista, scrittore, commediografo, storico autore di copioni del Carnevale di Sciacca. È stato anche insegnante di Lettere e assessore alla Cultura e allo Spettacolo del Comune di Sciacca, dove è nato il 30 maggio 1947.

Ha dato tanto in diversi campi, ed è stato un punto di riferimento e un maestro per tanti giovani e non solo.

Ha iniziato a fare attività teatrale nel 1971, raggiungendo mezzo secolo di palcoscenico, quasi metà trascorsi con la compagnia teatrale che ha fondato e diretto ininterrottamente. «È nata nel 1991 – ha raccontato in un’intervista a RMK – con il nome di Compagnia dell’Isola perché ci sembrò giusto concentrarci su temi e progetti che riguardassero la cultura della Sicilia. Ecco perché “l’Isola”: impegno e passione volti a salvaguardare e a promuovere la cultura dell’isola e soprattutto della lingua siciliana».

Tante le produzioni con la sua compagnia ovunque accolte con successo, da Ferdinandea a Giufà e la Luna, da Certi ricordi di Sikelè a Storie fino a Cose che capitano, da La Cavalleria Rusticana a La Casa di Bernanda Alba che Vincenzo Catanzaro ha tradotto e adattato in siciliano dall’opera di Federico Garcia Lorca.

Come attore è stato spesso chiamato da noti registi cinematografici. Ha recitato nella serie del Commissario Montalbano diretto dal regista Alberto Sironi, ma anche nei film di Ficarra e Picone, di Pasquale Scimeca, di Giuseppe Ferlito.

È un mondo, quello del cinema, che lo ha incuriosito e appassionato, ma ha sempre preferito il teatro, il caldo e diretto contatto col pubblico.

Instancabile operatore culturale, per tanti anni ha organizzato la rassegna teatrale dedicata al grande attore saccense Michele Abruzzo coinvolgendo importanti compagnie teatrali.

Tra i suoi libri pubblicati ricordiamo i romanzi La notte in cui Pessoa incontrò Filippo Bentivegna (Melqart Communication, 2013), Un anno a Calmacca (2021, Estero Editore) e Teatro che raccoglie le sue opere Ferdinandea, Chi scantu c’è e Giufà e la luna (2002, Gianmarco Aulino Editore).

Il giornalista Rai Nuccio Vara descrive il lavoro teatrale e drammaturgico di Vincenzo Catanzaro facendolo entrare in un “percorso originale ed autonomo fortemente ancorato al presente, alla storia e al tessuto antropologico della sua città”. Lo fa nella presentazione del libro Teatro: “È come se Catanzaro volesse tutelare la memoria storica contro ogni forma di oblio. Delle microstorie cittadine, individuali e collettive, del tumultuoso e dirompente evento dell’emersione dell’isola Ferdinandea, e di tanti altri episodi di cronaca paesana, il suo teatro è come se ne custodisse i registri semantici”. Nuccio Vara definisce le sue opere una “drammaturgia storico antropologica, che trova la sua massima espressione nell’uso del dialetto siciliano”. Un approccio alla questione del linguaggio che, conclude Vara, “innalza lo spessore poetico della drammaturgia di Catanzaro, in alcuni casi davvero di rara e struggente bellezza”.

Vincenzo Catanzaro si è spento il 12 settembre 2023.

L’attività artistica della sua compagnia prosegue con i figli Salvatore e Filippo e la moglie Liliana Abbene.

 

Raimondo Moncada

 

Profilo inserito nella Galleria dei Personaggi illustri di Sciacca nello spazio virtuale della Biblioteca “Aurelio Cassar”.

Ultimo aggiornamento

6 Agosto 2024, 10:33