MICHELE ABRUZZO

“Se alla morte di Angelo Musco il teatro siciliano non scomparve dai palcoscenici italiani e del mondo il merito spetta a Michele Abruzzo”. Lo afferma Carlo Lo Presti nella sua opera Sicilia Teatro, in cui viene dedicato il meritato spazio all’attore saccense, straordinario protagonista della storia del teatro siciliano e italiano.

Michele Abruzzo nasce a Sciacca il 29 dicembre 1904, ma viene dichiarato il 2 gennaio 1905. Dopo aver fatto esperienza nel teatrino dell’opera dei pupi di don Libertino e cominciato a frequentare il teatro di prosa di Sciacca, capisce che quella è la sua strada quando in città arriva Micio Grasso, fratello del grande Giovanni. All’età di 14 anni, nel 1918, Michele Abruzzo scappa così di casa per seguire il suo sogno, entrando a far parte di una compagnia di guitti. L’anno successivo, nel 1919, comincia a recitare con la compagnia di Giovanni Grasso.

Michele Abruzzo lo troviamo in diverse realtà teatrali: fu attore della compagnia di Giovanni Grasso junior, della compagnia Mariuccia Spadaro diretta da Rocco Spadaro, e della compagnia Scene e Canti di Sicilia diretta da Attilio Rapisarda, poi chiamata Compagnia Michele Abruzzo.

Dopo la scomparsa di Angelo Musco, fonda e dirige a soli 34 anni la compagnia Anselmi-Abruzzo insieme a Rosina Anselmi.

Michele Abruzzo dirige poi la Compagnia Siciliana che raccoglie gli attori Giovanni Grasso junior, Tommaso Marcellini, Turi Pandolfini, Virginia Balistreri, Umberto Spadaro.

Nel 1958 è tra i fondatori dell’Ente Teatro Sicilia poi battezzato Teatro Stabile di Catania.

Recita per il teatro, per il cinema e per la tv fino a tarda età (dopo essere stato scritturato, ottantenne, per la Piovra di Damiano Damiani, all’età di 85 anni lo vediamo in una foto che lo ritrae al Teatro Metropolitan di Catania interpretare Mastru Filippu nell’opera di Nino Martoglio Annata ricca massaru cuntenti).  

L’Enciclopedia dello Spettacolo, diretta da Silvio D’Amico, così lo descrive: “Temperamento vigoroso e vivace, ricco di forza espressiva nel drammatico e nel comico, dopo la scomparsa di Giovanni Grasso e Angelo Musco ne ha ereditato il repertorio”.

Recita Pirandello, Martoglio, Sciascia, D’Annunzio, Verga, De Roberto, Russo Giusti, Shakespeare, Goldoni, Fava ecc.

La sua vita è raccontata, in prima persona, come in un romanzo, nel libro di Luciano Mirone Michele Abruzzo racconta… il teatro siciliano (“che di quella storia – afferma il curatore – è stato protagonista indiscusso perché appartiene a una generazione di artisti che ormai fa parte del mito”).

Il libro inizia con queste parole: “La mia storia di attore ebbe inizio nel vicolo Russo, una stradina dell’antica Sciacca, interamente lastricata e costeggiata da vetuste abitazioni di pietra. Proprio in quella stradina capii di possedere, fin da tenera età, il morbo del teatro”.

Michele Abruzzo si spegne il 18 novembre 1996, passando, da maestro, il testimone ad altri straordinari artisti siciliani che con lui avevano cominciato a recitare come Turi Ferro.

Un grande attore che ha fatto grande il teatro siciliano.

A Sciacca, la Compagnia dell’Isola gli ha dedicato una rassegna teatrale.

Nella biblioteca comunale “Aurelio Cassar”, oltre ai libri che parlano di Michele Abruzzo, si trova il ritratto (al “maestro di teatro”) che correda questa nota biografica opera del pittore Francesco Trapani.

 

Raimondo Moncada

 

FONTI

Sicilia Teatro, di Carlo Lo Presti – Editrice I Centauri di Firenze, 1969

Michele Abruzzo racconta … il teatro siciliano, a cura di Luciano Mirone – Edizioni Greco, 1992

Enciclopedia dello Spettacolo, diretta da Silvio D’Amico – Casa Editrice La Maschera di Roma, 1954

Ultimo aggiornamento

10 Maggio 2024, 10:54