La Giudecca e la sinagoga ebraica di Sciacca
Sciacca ha avuto un’importante comunità ebraica che nel XV secolo contava in città circa mille residenti. “Una comunità ricca, impegnata nel commercio del grano e nel settore del prestito. Ma quello che è più interessante è che i suoi componenti erano soci di mercanti e banchieri cristiani” dice la nota studiosa ed esperta in ebraismo Angela Scandaliato.
La storia ci consegna la presenza in Sicilia di quartieri ebraici (Giudecche) e di sinagoghe, luoghi di riunione e di preghiera. Una di queste sinagoghe viene individuata a Sciacca in un edificio eretto tra via Goletta e cortile Cattano, in centro storico, in quello che viene chiamato il quartiere della Cadda, a nord ovest delle antiche mura normanne. Lo conferma Angela Scandaliato che ha anche scoperto il sito della sinagoga di Caltabellotta. Nel suo saggio La Giudecca di Sciacca, Angela Scandaliato cita la testimonianza di eruditi come Sanfilippo e Ciaccio a indicare lo stesso luogo. “Una sinagoga precedente – aggiunge – si trovava presso Porta Palermo e una successiva vicino l’attuale chiesa di San Leonardo”.
Entrando in cortile Cattano si nota una finestra con un’iscrizione sull’architrave riportante un versetto in latino della Bibbia con l’indicazione di una data: “Ex alto quod libet bonum 1548” che in italiano viene tradotto come “È bene ciò che piace a Dio”. Il luogo è diventato tappa di tour turistici e visite di studio di scolaresche.
Nella seconda metà del XV, ci informa lo storico Ignazio Scaturro, in Sicilia si contavano 57 comunità. Si trovavano stanziati anche Sciacca ma anche nelle sue vicinanze: Caltabellotta e Sambuca di Sicilia. La loro permanenza durò sino alla fine del secolo, quando re Ferdinando decretò la loro espulsione dal suo regno perché – spiega lo storico Ignazio Scaturro – il sovrano “volle che all’unità territoriale e politica dei suoi domini dovesse corrispondere l’unità della fede”, quella cristiana. L’editto è del 31 marzo 1492. Per Ignazio Scaturro fu una decisione “inaudita” e pure un “pubblico danno enorme, perché gli Israeliti formavano della popolazione dell’Isola, calcolata a un milione, la decima parte, specialmente produttiva e proficua nelle finanze, nelle industrie e nei commerci”. Dopo quattordici secoli di dimora, dice Scaturro, furono costretti a lasciare la Sicilia senza farvi più ritorno: “In Sicilia trionfò il principio dell’intolleranza cieca. Da allora in poi in Sciacca il quartiere della Cadda, che si estendeva dalla Piazza o mercato dei commestibili sino a San Michele e da San Michele per il Monastero Grande e santa Venera sino a Porta Palermo, occupato prevalentemente dagli Ebrei, cominciò a essere abitato del tutto dai Cristiani”. Una persecuzione. C’è chi decise di rimanere, ma dovette convertirsi al cristianesimo.
L’importanza della comunità ebraica di Sciacca, secondo lo studio di Angela Scandaliato e Maria Gerardi, “è provata dalla particolare attenzione che le dedicò in diverse occasioni re Martino, dalla concessione di vari privilegi, dalla memoria di frequenti disordini verificatesi in diversi periodi contro i giudei, ma anche dall’entità di mutui con i quali essi, durante il vicariato di Bianca di Navarra, erano venuti incontro nel 1412 alla Regia Curia sempre a corto di fondi”.
La prima notizia sulla comunità ebraica di Sciacca – leggiamo nel libro La Giud – risale al 1295, anno in cui S. Alberto da Trapani operò “inaudite conversioni”.
C’è un altro aspetto che Angela Scandaliato rileva: “La comunità ebraica di Sciacca è stata importantissima in tutta la Sicilia” perché la città “ha avuto la prima università ebraica, università nel senso di accademia di studi rabbinici. Gli ebrei sono stati parte integrante della nostra storia, della nostra identità”.
Raimondo Moncada
FONTI
Storia di Sciacca, di Ignazio Scaturro
Judaica minora sicula, di Angela Scandaliato,
La Giudecca di Sciacca tra XIV e XV secolo, di Maria Gerardi e Angela Scandaliato
Interviste di Angela Scandaliato a Rai e Rmk.
Ultimo aggiornamento
27 Maggio 2024, 06:29