IGNAZIO SCATURRO

Ignazio Scaturro è stato uno storico, uno studioso, un intellettuale di ampia cultura, un funzionario dello Stato. È considerato “una delle più valide e rappresentative figure della storiografia siciliana” (nel ricordo della rivista Kronion).

È nato a Sciacca l’8 maggio 1882. Nella via Roma, a due passi dall’ingresso del Palazzo comunale, una lapide ricorda la sua casa  natale tra i numeri civici 24 e 26 definendolo “storico di Sciacca e della Sicilia.

Ha lasciato molte opere: ricerche storiche, studi di legge, un testo umoristico.

Trasferitosi prima a Palermo e poi a Roma, si è laureato in Giurisprudenza nel 1905. Per alcuni anni ha pure esercitato la professione di avvocato, cominciando a scrivere articoli in riviste e giornali (fu tra i collaboratori della rivista culturale Kronion). È poi entrato nella pubblica amministrazione. Al Ministero della Pubblica Istruzione ha raggiunto il grado di ispettore superiore per le Belle Arti.

Si è fatto notare dai cultori di discipline giuridiche nel 1909 con l’opera I casi di collisione giuridica (edizioni Fratelli Bocca di Torino).

Poi è prevalso il suo interesse per la ricerca storica. Inizialmente ha dato alla luce delle monografie pubblicate nell’Archivio storico siciliano: Dove nacque Agatocle? (1914), Del vescovado triocalitano e croniense (1917), La contessa normanna Giulietta (1921).

Nel 1924-1926, con i tipi dell’editore Majo di Napoli, Ignazio Scaturro ha pubblicato La storia della città di Sciacca, opera – secondo lo storico Francesco Cassar, “senz’altro la più organicamente compiuta” in cui si manifesta “tutto il possibile amore per la città natale”.

Nel 1933 ha dato alle stampe i Lineamenti di storia dell’Italia antica (Casa Editrice Albrighi e Segati) libro scritto a scopo educativo per i giovani.

Ha scritto tanti altri lavori come: La religione dei Siculi e dei Sicelioti (1940), Stesicoro e la cultura in Sicilia nei secoli VII e VI a.C. (1941), Agatocle (1942). Nel 1947, per i tipi della Bautta di Venezia, ha pubblicato il volume umoristico Io vero impiegato, memorie di trent’anni di vita amministrativa.

La morte lo ha colto a Roma il 28 settembre 1956 mentre era impegnato a ultimare la monumentale Storia della Sicilia. Aveva già pubblicato i primi due volumi nel 1950, con Raggio Editore di Roma. La sua opera, ricorda lo storico Filippo Chiappisi, “a suo tempo venne lodata da studiosi come Benedetto Croce, Giovanni Gentile, Paolo Orsi e Alessio Di Giovanni”.

La città di Sciacca ha dedicato a Ignazio Scaturro la villa comunale di via Figuli e la scuola media a indirizzo musicale di via Santa Caterina.

 

Raimondo Moncada

 

Fonti

Rivista Kronion

Sciacca, una volta, di Filippo Chiappisi

Il Fatto Popolare, articolo di Francesco Cassar

Ultimo aggiornamento

14 Maggio 2024, 08:12